Uomo politico jugoslavo.
Esponente del Partito radicale, divenne ministro delle Finanze (1922-24, 1924-26
e 1934) durante il Governo di M. Pašić e di Jeftić, succedendo a
quest'ultimo (1935) come presidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Fu
autore di una politica di avvicinamento all'Italia, firmando (25 marzo 1937) con
G. Ciano il patto di amicizia di Belgrado. Nel febbraio 1939
S. venne
tuttavia allontanato dal potere e, successivamente (1941), affidato dal Governo
centrale agli Alleati che lo deportarono nell'Isola di Maurizio. Pubblicò
postumo il libro di memorie
Jugoslavia fra le due guerre (1963)
(Čačak, Serbia 1888 - Buenos Aires 1961).